Traversando il nostro mar - sulla scia della tartaruga marina
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L’imperativo è difendere la naturalità di Portonovo
Per prima cosa ci congratuliamo del fatto che la Conferenza dei servizi del 9 luglio abbia espresso parere negativo al prospettato intervento di ripascimento, affermando che esso non può considerarsi una manutenzione, perché introduce materiale proveniente da cava esterna, riaffermando un principio di legalità per troppo tempo dimenticato da molti.
Riteniamo molto positiva la mancata autorizzazione ai ripascimenti a Portonovo. Questi avrebbero causato un danno alla sua naturalità ed un impatto ambientale mai verificato, nonché un ulteriore spreco di denaro pubblico ingiustificato e non più ammissibile.
In Italia abbiamo circa 4000 chilometri di spiagge e tutte si spostano naturalmente per effetto del mare. La spiaggia di Portonovo si sposta e cambia forma ogni anno. Grazie a questo movimento la spiaggia esiste e la sua bellezza ci sorprende ogni giorno.
Inoltre occorre enfatizzare l’effetto assolutamente benefico rappresentato dalle mareggiate, che provvedono ad assicurare agli habitat marini adeguata ossigenazione e ricambio d’acqua, fondamentale anche per ripulire da fioriture algali nocive o eccessivamente impattanti (es. Ostreopsis ovata o mucillagine).
Bisogna capire bene che la spiaggia è qualcosa di più di una fila di sdraio ed ombrelloni e diciamo questo tenendo ben presente l’interesse di quelle attività economiche la cui sopravvivenza è proprio legata al mare.
Riguardo la recente notizia che la Regione Marche intende “insediare e coordinare un gruppo tecnico interdisciplinare, che dovrà individuare un progetto risolutivo di difesa della costa, da attuarsi entro il 2013” e alla volontà di “garantire la regimazione idraulica delle correnti marine per mantenere i sedimenti sul posto, evitando il semplice ripascimento annuale che tampona il problema” siamo molto perplessi dinnanzi a questa nuova trovata, soprattutto perché la Regione finge di dimenticare che in tutti questi anni è stata proprio lei ad occuparsene in prima persona e con risultati sotto gli occhi di tutti.
L’unica cosa che andava fatta è indagare l’esistenza e l’entità del problema, perché l'erosione delle spiagge di Portonovo viene data per scontata mentre è ancora tutta da dimostrare. Infatti nei vari documenti relativi ai ripascimenti che abbiamo preso in esame in questi anni si spendono un sacco di argomentazioni di vario tipo che trattano una porzione di territorio vastissima, senza mai scendere nello specifico così da dimostrare dettagliatamente l’erosione costiera che si prefiggono di mitigare.
L’unico documento ufficiale che affronta chiaramente l’argomento è il verbale della Commissione Tecnica del Parco del Conero del 04/04/2011 che partendo dai dati forniti dalla Regione dice:
“…dal confronto tra le linee di costa del 1985 e del 1999 con le foto aeree e satellitari, risulta di fatto evidente una sostanziale stabilità della linea di costa negli ultimi 25 anni ad eccezione di un’unica situazione pressoché puntuale: in prossimità del Molo, alla base del quale si è verificata erosione sul lato Ovest e accumulo di spiaggia sul lato Est”.
Perciò riteniamo che i vari politici che si battono il petto chiedendo di “salvare” Portonovo, farebbero bene prima a chiedersi da cosa o da chi va salvata.
E se questo non bastasse, come ulteriore dimostrazione e prendendo per buono l’assunto che le spiagge di Portonovo siano flagellate dall’erosione, domandiamoci “perché è così difficile dimostrarlo?”
Perché l’unica chiara affermazione sull’argomento fatta dai tecnici qualificati dell’Ente Parco sostiene il contrario?
Quello che tutti quanti possiamo facilmente capire senza bisogno d’essere degli esperti del settore è che il molo, i muri/muretti di cemento costruiti sulla spiaggia ed ogni altra la cementificazione hanno creato uno squilibrio che, per il bene di tutti, sarebbe necessario sanare al più presto. L’unica vera azione risolutiva è quella, di cui tra l’altro si discute ormai da decenni, dell’arretramento delle strutture di poche decine di metri.
Non sono necessari ulteriori opere a mare. Preoccupiamoci di salvare Portonovo proprio da questo occupandoci per una volta di conservare la sua naturalità.
Legambiente-Circolo Naturalistico “Il Pungitopo” – Italia Nostra – Comitato Mezzavalle Libera – Comitato Mare Libero
LA CRISI IMPONE NUOVE SOLUZIONI
Nel corso del 2011 tanti cittadini, sindaci e categorie del territorio hanno espresso una posizione di contrarietà al rigassificatore API perché convinti che quel tipo di approccio fosse pericoloso e avrebbe finito per portare, presto o tardi, alla situazione attuale. Soprattutto si trattava e si tratta di un progetto che oltre a non portare occupazione, espone l’habitat naturale e la comunità locale a rischi notevoli.
Nel corso di queste ultime settimane abbiamo seguito l'evolversi della situazione negativa per ciò che attiene l'occupazione alla API di Falconara, e abbiamo appreso della convocazione di vari tavoli fra Regione, Azienda e Sindacato. La scelta dell’azienda di sospendere per un anno la raffinazione conferma quanto affermato in questi ultimi anni dal circuito associativo sociale e ambientale: gli impianti di raffinazione sono destinati sempre più ad un netto ridimensionamento. E’ la dimostrazione di un modello energetico ormai al tramonto. Si tratta di uno scenario internazionale di cui è necessario prendere atto, per prospettare un modello alternativo ecocompatibile, con ricadute positive dal punto di vista occupazionale.
Noi riteniamo utile un tavolo di confronto più ampio che tenga conto delle esigenze dell'intero territorio dichiarato Area a Elevato Rischio di Crisi Ambientale e dei cittadini che vi vivono e vi lavorano, prendendo in considerazione ipotesi diverse di sviluppo. Ciò anche perché non si vede quali garanzie fornite dalla API possano essere credibili dopo quello che è accaduto.
Riteniamo che il gruppo API nel suo insieme abbia le competenze per continuare a svolgere un ruolo importante nel tessuto produttivo locale e regionale, ma all'interno di un percorso realmente condiviso con il territorio, l'unico probabilmente capace di garantire gli attuali livelli occupazionali per i prossimi 10-15 anni e capace di evitare ulteriori casi Montedison.
Nell'ambito dell'attuale Piano Energetico Ambientale Regionale segnaliamo, ad esempio da tempo e purtroppo invano, l'esistenza di settori quali le fonti rinnovabili ed il risparmio energetico come possibili opportunità di lavoro per il Gruppo API.
Le associazioni sottoscriventi, rappresentanti di tanti cittadini e di tanta parte di realtà sociale, ritengono sia d’interesse pubblico (lavoratori e cittadini) convergere sui seguenti obiettivi:
1. approvazione di un piano di risanamento pluriennale del territorio AERCA che preveda da subito l’impiego delle maestranze dell’API a rischio cassa integrazione;
2. riconversione del sito industriale a polo tecnologicamente avanzato sfruttando le sinergie con altre aziende marchigiane orientate alla ricerca, allo sviluppo, alla innovazione nel settore delle rinnovabili.
Su queste proposte le associazioni sono pronte a confrontarsi senza pregiudizi con tutti coloro che vorranno iniziare a costruire insieme un futuro migliore per i cittadini di Falconara e degli altri comuni dell’AERCA.
Invitiamo i lavoratori tutti dell’API (diretti e dell’indotto), le rappresentanze sindacali e la RSU a non lasciarsi incantare o ricattare e a inaugurare, invece, nel rispetto dell'autonomia della propria lotta sindacale anche degli spazi di discussione che abbattano il vecchio e dannoso muro d’incomunicabilità con l’esterno.
Sarà necessario, per il bene comune, orientarsi verso una prospettiva diversa, servirà farlo insieme e al più presto, perché la crisi impone nuove soluzioni.
FIRMANO:
Ambasciata dei Diritti, Circolo “Il Pungitopo”, Comitato Mare Libero, Comitato Mezzavalle Libera, Comitato di Quartiere Villanova, CSA Kontatto Falconara, Falkatraz Onlus, Forum Paesaggio Marche, Italia Nostra Onlus Ancona, Italia Nostra Onlus Marche, Legambiente Marche, Lupus in Fabula, Ondaverde Onlus, Terra Mater, WWF Marche
Lì, 17 luglio 2012.
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Ancora una volta constatiamo con piacere l’impegno vigile dei N.O.E. (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri) sulla tutela ambientale.
Domenica 1° luglio si svolgerà la 7^ edizione della Nuotata di Mezzavalle, con partenza alle ore 10:45 (zona docce pubbliche).
E’ una manifestazione di nuoto non competitiva che ha riscosso crescente successo, nata per evidenziare il diritto di nuotare in sicurezza e la necessità di far rispettare le regole di navigazione e ancoraggio.
Si festeggerà nuovamente il posizionamento delle boe di segnalazione del limite dei 300 mt, che per la prima volta, grazie alla collaborazione tra Comitato Mezzavalle Libera, Portonovo srl e Cooperativa Pescatori di Portonovo, saranno ancorate in via sperimentale a dei moduli Tecnoreef, ecocompatibili e multifunzionali (ancoraggio delle boe, ripopolamento e antistrascico).
Il Comitato Mezzavalle Libera è nato nel 2004 in opposizione al progetto comunale di "recupero ambientale", ritirato dopo che erano state raccolte più di 5.000 firme per indire un referendum contro il tentativo di trasformare Mezzavalle in una spiaggia attrezzata per Io sfruttamento commerciale.
Il Comitato dal 2008 pubblicizza e distribuisce (in italiano e inglese) CONDOTTA COSCIENTE, una serie di indicazioni da rispettare per poter mantenere Mezzavalle veramente LIBERA, PULITA e SICURA.
Grazie per la collaborazione !
Ad Ancona tira aria nuova dalle parti del monumento e ascensori... rupi consolidate, scalinata ripulita e spiaggiola riassettata.
Ripartito il ristorante Passetto dopo un anno di ristrutturazione, grazie all’intraprendenza di Massimo Virgili che ne ha affidato la direzione alla figlia Simona. Ideale Carini, lo storico chef del Passetto, torna ai suoi fornelli nel rispetto della tradizione dorica ma con uno spirito nuovo e sguardo al futuro.
Ma anche in “spiaggia” novità in arrivo, riapre l’ex baretto sotto agli ascensori che per decenni ha sfamato migliaia di anconetani grandi e piccoli a suon di pizzette e ghiaccioli, oggi il ristorantino grottarolo si chiama Mamare e vuole essere un punto di riferimento per giovani e non solo, aperitivi, ristobar con feste e serate
in riva al mare. La Luna al Passetto, dopo l’incendio invernale ha rapidamente recuperato e come da sempre la palafitta offre un’ambientazione unica e suggestiva per pranzi e cene in riva al mare... anzi proprio sopra al mare.
Ancona quindi riscopre la sua spiaggia storica e i suoi giardini, forse ancora un po’ trascurati da un’amministrazione distratta da continui problemi di sopravvivenza.
I grottaroli sono gli autentici custodi di questo patrimonio sul mare, un po’ villaggio esclusivo e un po’ borgo antico che accoglie tutti: per una passeggiata tra pali di legno, barche in secca, nasse e reti stese, odori di sardoni scottadito e spaghettate di moscioli in bella mostra su ampie tavolate in bilico sulla via verso la seggiola del Papa, l’amato monumento scolpito dal mare circondato da piscine naturali tra scogli bianchI levigati.
Ecco il paradiso segreto degli anconetani che ne hanno fatto il loro scrigno, magari a volte trascurato, ma sempre presente col suo mare a portata di città e in tempi di crisi, un paradiso subito accessibile e a zero spesa.
Scrigno tanto segreto che è raro vedere qualche forestiero o addirittura turista... gli anconetani sono così gelosi che non sembrano entusiasti di condividere la “loro” spiaggia, e i visitatori che scoprono il nostro Passetto rimangono regolarmente allibiti...
... “ma qui avete un vero e proprio paradiso !”
Fonte: www.piazzaweb.it
Articolo pubblicato sul giornale Piazza n.26 del 28/06/2012
Per maggiori informazioni: www.mezzavalle.net