Puliamo il Parco
- Dettagli
- Categoria: Attività / Eventi
L’Ondaverde ONLUS ed il Comitato quartiere Villanova hanno inviato al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Marche e al Comune di Falconara Marittima una Diffida ad autorizzare la realizzazione del metanodotto a servizio del terminale di rigassificazione del GNL di API Nòva Energia in assenza di una approfondita valutazione del rischio sismico poiché l’area di Falconara M. potrebbe essere soggetta non solo a terremoti di magnitudo superiore a 6 ma, soprattutto, a fenomeni di fagliazione superficiale potenzialmente in grado di rompere il suolo nella porzione a terra o il fondo marino nell’immediato off shore.
E’ noto che nessuna installazione, anche la più avanzata dal punto di vista ingegneristico, è in grado di reggere una rottura al suolo associata alla propagazione in superficie di una faglia attiva. la diffida
La presenza di importanti faglie attive capaci di generare terremoti di magnitudo medio-alta con rottura del suolo è semplicemente ricavabile - già dal 2006 - dal sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ma nonostante che le osservazioni delle Associazioni nel 2008 al progetto di API Nòva Energia avessero sottolineato <<la pericolosità sismica lungo il tracciato del metanodotto non adeguatamente valutata in termini di eventuali conseguenze>>, la problematica non è stata valutata da nessuno!
http://zonesismiche.mi.ingv.it
http://zonesismiche.mi.ingv.it/mappa_ps_apr04/marche.html
http://diss.rm.ingv.it/dissNet/
http://diss.rm.ingv.it/GFMaplet3_INGV/GFMaplet/Default
Il progetto di rigassificazione del GNL di API Nòva Energia prevede il percorso del metanodotto (del diametro di 32″ = 81,28cm) dal punto di rigassificazione in mare - a 14 Km dalla costa - all’interno del sito industriale API a rischio di incidente rilevante e all’esterno del sito nel territorio del comune di Falconara M. (SS16 - orto botanico - parco Cormorano - fiume Esino).
Ad Ottobre 2012, è stata apportata la terza modifica dell’approdo del metanodotto per la quale API Nòva Energia ha chiesto l’esclusione della Valutazione di Impatto Ambientale al Ministero dell’Ambiente.
Proprio la valutazione della nuova modifica da parte delle Associazioni ha portato alla luce la mancanza di valutazioni riguardo il rischio sismico nel progetto complessivo da parte del Ministero dell’Ambiente, della Regione Marche e del Comune di Falconara M. nonché una richiesta di approfondimento rivolta ad API Nòva Energia.
La Diffida è stata portata alla conoscenza anche della Procura della Repubblica di Ancona e della Direzione della Protezione Civile delle Marche.
Staff l’Ondaverde e Comitato Villanova
approdo metanodotto progettato da API
faglie attive e sismogenetiche nelle marche
sorgenti sismogeniche
#####################################################################
Foto e contenuti sono liberamente riproducibili da agenzie, giornali e siti internet,
ma con obbligo di indicare la fonte:
www.comitati-cittadini.org
(oppure www.comitati-cittadini.net)
I recenti articoli di stampa:
il Resto del Carlino - Tutela della costa, procedimento Ue contro le Marche
Corriere Adriatico - Molo Davanzali nel mirino dell'Ue
ANSA - Ripascimento costa Marche- UE apre procedura infrazione
non fanno che confermare quello che andiamo dicendo da tempo: la Legge Regionale n.7 del 14/04/2004, "Disciplina della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale", è in netto contrasto con le normative europee.
Riepilogando brevemente: la regione Marche ha fatto una legge che esonera dalla V.I.A. le opere di ripascimento, mentre la UE ha dato disposizioni diametralmente opposte.
Così adesso rischiamo pure delle prevedibilissime sanzioni economiche.
E, fatto ancora più grave, le nostre istituzioni erano ben consapevoli dell’irregolarità della legge emanata e dell'eventualità che l'Unione Europea potesse avviare una procedura d'infrazione. Come ben dimostrato dalla comunicazione del Ministero dell’Ambiente del 20/07/2009 indirizzata per conoscenza alla Regione Marche Servizio Ambiente e Difesa Suolo.
Di seguito vi proponiamo parte della comunicazione del Ministero che potete leggere per intero cliccando qui:
« [..] In particolare si fa riferimento al fatto che la sia le Direttive in materia di VIA che il DPR del 12 aprile 1996, prevedono che siano soggette alle procedure di VIA (procedura completa o procedura di screening) le “opere costiere destinate a combattere l'erosione ed i lavori marittimi volti a modificare la costa, mediante la costruzione di dighe, moli ed altri lavori di difesa del mare".
La regione Marche, nel recepire la normativa, con la legge del 7 aprile 2004, ha invece specificatamente escluso gli interventi di ripascimento finalizzati al ripristino dello stato dei luoghi da qualsiasi valutazione ambientale.
Considerato quanto sopra evidenziato, si fa presente quanto di seguito riportato
La disciplina in materia di VIA non permette di escludere a priori alcuna categorie di opere, si possono solo individuare soglie e/o criteri che comunque non devono essere tali da permettere la loro elusione con il frazionamento dei progetti che vanno invece considerati nel loro insieme.
Tale principio è stato affermato dalla Corte di Giustizia con la sentenza de! 21 settembre 1999 che ha condannato l'Irlanda. Sempre la stessa Corte di Giustizia ha specificato con altre diverse sentenze, che nessuno Stato membro può esonerare dagli obblighi di VIA le categorie di progetti se non quelli destinati alla difesa nazionale.
Ciò premesso si ritiene quindi che l'interpretazione della Regione Marche non sia in linea con quanto previsto dalle normative e che in caso di esclusione di alcuni progetti si potrebbe incorrere in una condanna della Corte di Giustizia o del TAR competente.
Si fa inoltre, presente che anche la più recente normativa italiana in particolare il Dlgs n. 4/08 di modifica del Dlgs n. 152/06, tra le opere la cui valutazione è a carico delle Regioni individua nell'allegato IV, punto 7, lettera n) le opere costiere con la stessa dizione della Direttiva comunitaria, non escludendo a priori specifiche opere di difesa della costa, quali sono quelle di ripascimento. [..] », le parti in grassetto sono aggiunte.
La straordinaria burrasca di qualche giorno fa ha alimentato le spiagge di Portonovo con una grande quantità di nuovo materiale, un vero e proprio “ripascimento naturale”, un dono del mare. Solo nella zona del Lago Grande un brevissimo tratto di spiaggia si è leggermente ridotta, ma è inevitabile, in quanto il molo impedisce ai sedimenti di muoversi liberamente.
Chiaramente ora il materiale appare distribuito in modo poco corrispondente agli interessi degli operatori turistici.
Questo problema si può risolvere con minima spesa, facendo spostare con le ruspe i sedimenti, e ridistribuendoli in maniera “democratica”, per la gioia dei turisti, ad inizio della stagione balneare.
I danni alle strutture balneari ed ai ristoranti della baia sono quasi inesistenti.
Tuttavia da più parti si invoca lo stato di calamità naturale per attingere a ingenti quantità di denaro pubblico e sprecarli, senza alcuna valutazione di impatto ambientale, per realizzare interventi non specificati ma che si auspicano come “interventi risolutivi e definitivi”.
Ci sarebbe da ridere, ma è vergognoso che questo accada.
E’ un fatto scandaloso e chiediamo a tutte le forze responsabili di agire in modo che queste richieste non vengano accolte.
L’unica soluzione sostenibile è l’arretramento delle strutture, come previsto dal Piano Particolareggiato di Portonovo, e per realizzarla non occorrerà certo la dichiarazione di calamità naturale ma un accordo, sulla base dei costi e dei benefici attesi, tra l'amministrazione comunale e gli operatori economici di Portonovo.
L’arretramento dei ristoranti e stabilimenti lascerebbe libera la spiaggia di modificarsi naturalmente durante il corso delle stagioni e al tempo stesso metterebbe al sicuro le strutture da eventi eccezionali come quelli del 31 ottobre.
Comitato Mare Libero
Comitato Mezzavalle Libera
Italia Nostra Sezione di Ancona
Circolo Naturalistico Il Pungitopo
In questi giorni a Marina di Montemarciano i Carabinieri del N.O.E. di Ancona, hanno scoperto lo sversamento in mare di tonnellate di rifiuti a seguito dei lavori di tutela della costa.
Questa nuova indagine getta un’ulteriore ombra sull’operato del “Dipartimento Difesa della Costa della Regione Marche”, più volte da noi contestato per via dei ripascimenti effettuati in zone di tutela ambientale.
Di seguito vi proponiamo alcuni articoli che trattano di questa nuova indagine in corso:
La procura di Ancona ha aperto un'inchiesta sui ripascimenti di alcune spiagge marchigiane. Tra gli indagati figurano anche due funzionari della regione Marche.
Di seguito alcuni articoli dei quotidiani locali che trattano l'argomento
22/09/2012 Il Resto del Carlino
Corruzione, indagati due dipendenti regionali
22/09/2012 Il Messaggero
Sabbia d’oro, quindici indagati
22/09/2012 Corriere Adriatico
Appalti truccati per la difesa della costa
23/09/2012 Il Messaggero
Scandalo ripascimenti, La Regione rimuove Marzialetti